MAG ne ha parlato con la fondatrice, Enrica Maria Ghia che nell’anno in cui lo studio di famiglia taglia il traguardo dei 50 anni di attività lancia un network ad alto tasso di tecnologia: «Il primo studio diffuso»

Tra i principali effetti che l’irruzione della tecnologia nella professione legale potrà avere nel prossimo futuro, c’è senza dubbio il rafforzamento di quelli che siamo abituati a chiamare network legali. 

La tecnologia, come spiega bene un recente articolo pubblicato dal sito del settimanale inglese The Lawyer, è in grado di facilitare l’interazione tra gli appartenenti a una rete professionale, accelerare le comunicazioni e di conseguenza rendere più efficace la collaborazione tra soggetti che, comunque, rimangono tra loro indipendenti.

In Italia, proprio in questi giorni, stiamo assistendo alla partenza di un progetto che sembra confermare questo scenario. Si tratta di JurisNet, network legale o primo esempio di «studio legale diffuso» fondato da Enrica Maria Ghia. L’avvocata è socia dello studio Ghia, insegna storica del settore con un posizionamento consolidato nel campo del diritto societario, bancario e fallimentare. Una realtà che ha 50 anni di vita e che, come racconta l’avvocata in questa intervista a MAG, ha rappresentato la base di partenza per l’ideazione di un progetto legale inedito e a forte contenuto tecnologico.

Avvocata Ghia, perché una professionista, socia di uno studio di grande tradizione e con un posizionamento di mercato consolidato decide di dare vita a un network legale?

Il mercato del legal ci sta dicendo a chiare lettere che size matters e io ho pensato che questa caratteristica, già presente nello studio legale Ghia, andasse valorizzata. Il nostro studio compie 50 anni, un traguardo importante, denso di significati e tradizione. In questi 50 anni di attività, si può ben immaginare quante relazioni abbiamo potuto costruire con i nostri colleghi sul territorio. Relazioni profonde che si sono trasformate in vere e proprie amicizie. Prima di mio padre, l’avvocato Lucio Ghia, fondatore dello studio, e ora mie. JurisNet nasce dalla seconda generazione, dai figli e dalle figlie d’arte, con i quali abbiamo costruito questo nuovo concetto di studio legale diffuso.

Avete scelto di costituire JurisNet in forma di Srl: perché?

Abbiamo voluto creare una società di capitali tra avvocati perché consapevoli dell’importanza di darsi un’organizzazione di tipo aziendalistico. Non è più possibile gestire uno studio professionale, senza avere in mente le regole organizzative di un progetto imprenditoriale. La forma della società di capitali rende tutto più trasparente e flessibile: consente facilmente l’ingresso di nuovi soci avvocati ed è l’unico modo per attrarre soci di capitale. Del resto, se si vuole giocare una partita importante bisogna avere il talento, la squadra e i mezzi. Quanto meno per scendere in campo!

A proposito di soci di capitale: avete già qualche candidato? O comunque, a suo parere chi potrebbe essere interessato a investire in questo progetto?

Ancora no, ma in realtà non abbiamo neanche iniziato a sondare eventuali interessi. Ci piacerebbe avere un partner informatico o tecnologico prima ancora che puramente finanziario. Vedremo…

Siete dieci soci: come sono ripartiti i vostri ruoli?

In questa prima fase di consolidamento della rete sul territorio, abbiamo ritenuto opportuno attribuire a ciascun socio un’area geografica di competenza da gestire e controllare da un punto di vista organizzativo. Dopodiché tra i dieci soci c’è chi si sente più hunter e chi invece si sente più farmer ma questo si vedrà con il tempo. Parleranno i risultati.

Gli affiliati, invece, chi sono?

Gli affiliati sono avvocati che conosciamo da decenni e che svolgono la propria attività localmente. Ad oggi sono 110 e con loro la presenza di JurisNet sul territorio è capillare. Copriamo tutti i Tribunali e le Corti d’Appello d’Italia. Inoltre, l’affiliazione a JurisNet consente loro di esaltare le proprie competenze e il proprio know-how specifico.

In che senso?

A volte questi studi legali locali sono di grande qualità ma sottodimensionati per approcciare le aziende presenti sul territorio che quindi sono facile preda degli studi legali blasonati, italiani e stranieri. Questo fenomeno però non fa che impoverire il tessuto economico locale spostando risorse economiche e umane altrove. Questo è un aspetto di JurisNet che amiamo particolarmente: la sua potenziale valenza sociale. Infatti, JurisNet mette a disposizione di questi avvocati dimensioni, competenze, processi e know-how tali da consentirgli di competere con studi notoriamente più grandi e strutturati ma non per questo più competenti.

Come interagiscono tra loro i diversi membri di JurisNet?

Abbiamo pensato subito a uno strumento moderno di condivisione di flussi, processi e informazioni. Ci serviva una collaboration suite che consentisse l’accesso contemporaneo di centinaia di persone simultaneamente ma con elevati standard di sicurezza. Una sfida non facile! Abbiamo deciso però di scorporare questa parte di sviluppo da quella dello studio legale vero e proprio per cercare di procedere con i due progetti contemporaneamente. E così è nata JurisTech…

Di cosa si tratta?

JurisTech è una start-up innovativa che si occupa di sviluppare tutta la tecnologia necessaria al progetto. Dopo una lunga ricerca, abbiamo identificato in K-Tech S.r.l. il partner ideale per lo sviluppo della piattaforma. JurisPlatform è stata sviluppata con un metodo agile il che ha voluto dire una convivenza stretta con analisti e programmatori per sei mesi circa.

Altro aspetto peculiare è la struttura manageriale: JurisNet ha un CFO, un project manager, un compliance officer. Chi riveste questi ruoli e in cosa consiste la sua attività?

Avere delle figure professionali all’interno dell’organizzazione è fondamentale. Gli studi legali sono sempre meno studi e sempre più aziende e come tali si devono strutturare. Da qui la necessità di avere delle risorse dedicate che ci aiutassero sin da subito a impostare l’organizzazione e i flussi economici nel modo più corretto. La nostra CFO è Sabrina Bosia che ha una grande esperienza in start-up. La nostra project manager è Giovanna Broggi, esperta di processi organizzativi nel mondo della finanza. E infine ci avvaliamo della consulenza di Giovanna Stumpo, avvocato a Milano esperta di compliance e di processi di certificazione di qualità per gli studi legali. È un caso che siano tutte donne… E poi c’è ICS Comunicazione che cura la nostra immagine integrata e che ci ha aiutato molto a costruire la nostra identità. In un progetto aggregativo comunicare bene è fondamentale!

«Non ci sarà più bisogno di inviarsi atti e documenti per email: nel nostro caso, la corrispondenza, gli atti con eventuali allegati non viaggia nell’etere da un avvocato A a un avvocato B, ma rimangono in un’area dedicata di JurisPlatform accessibile di volta in volta solo a chi fa parte del team di lavoro di quella specifica pratica»

La gestione delle pratiche è sempre un fattore delicato in un network: ci spiega come funziona in JurisNet?

Il cliente che approda a JurisNet conserva comunque il contatto umano. La piattaforma è uno strumento di lavoro importante ma non si sostituisce all’empatia e alla fiducia che è fondamentale costruire con il cliente. La gestione del cliente viene lasciata al professionista che lo presenta che ne curerà lo sviluppo anche in futuro. Oltre al rapporto fiduciario, abbiamo definito anche gli aspetti economici. Per noi è abbastanza semplice perché abbiamo strutturato un modello di business plan che ci consente, da un lato, di fornire al cliente un preventivo preciso e trasparente dei costi da sostenere e, dall’altro lato, di determinare la quota di compensi spettante a ogni singolo professionista coinvolto sulla pratica al netto dei costi che restano a carico della società. In questo modo è tutto chiaro e cristallino sin dall’inizio.

Fate quindi un business plan per pratica?

Sì, l’idea del business plan ci è venuta proprio con riferimento agli affidi massivi di pratiche. Con lo sviluppo di JurisPlatform ci è venuto poi del tutto naturale pensare a un business plan che ci aiutasse a centrare l’offerta per il cliente. Ed è per questo che abbiamo deciso di affidarci a una CFO… del resto il luogo comune che gli avvocati non capiscono nulla di numeri andava confermato, o no?

Ritiene che la tecnologia, la possibilità di lavorare in rete e su una piattaforma condivisa cambierà il modo di collaborare degli avvocati?

In generale, gli avvocati sono sempre stati gelosi del proprio know-how. Già il fatto di avere praticanti in giro che possano carpire i segreti del mestiere è qualcosa che li disturba. Al contrario, io ritengo che lavorare insieme confrontandosi sui temi sia una ricchezza e una grande fonte di opportunità.

Quindi?

Quindi sono certa che il concetto di studio diffuso possa guadagnare fette di mercato ancora inespresse lato avvocati. Soprattutto in alcune aree geografiche dove gli avvocati hanno perso clientela per via della contrazione economica alla quale stiamo assistendo. La piattaforma è uno strumento chiave per la nostra strategia in quanto ci consente di avere un’interfaccia comune e la possibilità di instaurare contatti fra gli utenti in tutta sicurezza.

Per esempio?

Non ci sarà più bisogno di inviarsi atti e documenti per email: nel nostro caso, la corrispondenza, gli atti con eventuali allegati non viaggia nell’etere da un avvocato A a un avvocato B, ma rimangono in un’area dedicata di JurisPlatform accessibile di volta in volta solo a chi fa parte del team di lavoro di quella specifica pratica. A ciò si aggiunge il nostro sistema di messaggi broadcast indirizzati simultaneamente a tutti o parte degli utenti, oppure la messaggistica di team simile a WhatsApp con la quale gli avvocati dello stesso team si consultano in tempo reale. Sistemi moderni ed efficaci, già in uso nella vita reale, ma che noi abbiamo pensato di applicare alla nostra attività professionale.

In passato si è sempre detto che l’associazione professionale era l’unico modo per far sì che due o più avvocati davvero si impegnassero a creare sinergie tra loro. Stiamo assistendo a un cambio di paradigma?

A mio parere stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione industriale del settore legale. Da un lato le big four che si costruiscono gli studi legali in-house… dall’altro lato la tecnologia… gli studi legali di medie e piccole dimensioni rischiano l’estinzione. L’aggregazione è una risposta a questo fenomeno. E può essere una carta vincente se fatta in modo moderno e intelligente. L’associazionismo non è una forma di aggregazione di successo: sono più le associazioni che si sono sciolte che non quelle che stanno durando nel tempo. JurisNet propone un modello che supera i particolarismi scommettendo sulla chiarezza e la trasparenza nei rapporti: le regole del gioco sono contenute nel business plan e i calcoli li fa JurisPlatform.

Tornando a JurisNet: chi saranno i clienti di questo network? A chi si rivolge?

JurisNet può portare il suo valore aggiunto a chi cerca un’assistenza legale su tutto il territorio nazionale, assistenza di qualità ed uniforme. Aziende, banche, assicurazioni spesso hanno albi di avvocati esterni a cui rivolgersi in caso di necessità. Tutti questi avvocati però poi devono essere monitorati per la durata dell’attività loro affidata, compreso il controllo delle loro note pro forma. Con JurisNet si può avere la stessa capillarità di tanti avvocati sul territorio con il vantaggio di mantenere un interlocutore unico, un workflow operativo pensato sulle esigenze del cliente, standard qualitativi elevati e uniformi in tutta Italia e un contratto di servizi legali che disciplina sin dall’inizio la parte economica.

Che vantaggi ne traggono?

Il cliente è un utente di JurisPlatform e con una user e una password dedicata, ha accesso alle proprie pratiche e ne controlla l’andamento in tempo reale. Senza contare poi, che il know how rappresentato da tutti gli avvocati di JurisNet è molto ampio: si va dal diritto della navigazione e dei trasporti, al diritto bancario o dell’insolvenza. Livelli di sicurezza elevati, web farm in Italia, gestione centralizzata della compliance e degli aspetti amministrativi sono solo alcuni degli elementi che fanno sì che questo progetto abbia le potenzialità per essere … “disruptive”.

Anche per le imprese è una novità…

Sicuramente! Ma il cliente sa riconoscere le opportunità e le coglie al volo se portano valore aggiunto. Del resto, una ricerca del prof. Richard Susskind, pioniere nel campo del legal-tech e professore onorario al Gresham College di Londra, ha messo in evidenza come le categorie professionali più restie al cambiamento sono gli avvocati e il clero. Pertanto, faranno prima le imprese ad accorgersi di JurisNet e delle sue potenzialità che tanti nostri colleghi… una grande opportunità! (n.d.m.)